IL PARADOSSO DEL BIOLOGICO ITALIANO



"C'è" una falla nell'agricoltura biologica italiana. O meglio, nelle leggi che regolano il commercio dei fertilizzanti per l'agricoltura bio. Un bug – direbbero gli esperti informatici – che produttori di mezzi tecnici sfrutterebbero a proprio vantaggio, come dei bravi hacker, per far rientrare dalla finestra ciò che governi e associazioni fanno uscire dalla porta: sostanze che potrebbero alterare la biodiversità e inquinare le falde acquifere con effetti poco chiari sulla salute umana e animale. [...]"



L'articolo sopraccitato, datato 14/07/2014, tocca diversi punti del "word cloud", di cui "qualità" ed ovviamente "fertilizzanti" sono quelli su cui si sviluppa.
In questo si discute la falla legislativa relativa al commercio di fertilizzanti di origine naturale in Italia, e più in particolare il paradosso relativo alla coltura bio, che troppo spesso rischia di diventare il punto debole della sicurezza alimentare italiana nonostante sia il settore che ha fatto della sostenibilità e dell'impatto zero la sua vocazione.
La Penisola vanta di essere il luogo in cui i prodotti alimentari sono più controllati e sicuri al mondo, eppure questi dati, lamentano ricercatori e produttori, non vengono percepiti dall'opinione pubblica (sui giornali fanno più scandalo le mozzarelle blu e i cetrioli che esplodono anziché le buone notizie). Occorre pertanto intensificare il controllo qualità dei prodotti e dei fertilizzanti utilizzati ed estendere la stessa prassi alla linea di produzione bio affinché il consumatore possa essere totalmente tutelato. 

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